martedì 14 marzo 2023

Autunno

Sognando, come dicevo, le stagioni passano. 

Dei memorabili giorni delle verdi querce di Dresda, restano oggi i cumuli di foglie che gli ultimi venti freddi spazzano. Resta anche dell'altro, a dire la verità. E resta anche il dramma che, essendo sopravvissuta, mi hanno iscritto ad una nuova impresa. Probabilmente per farmi fuori. Ma non divaghiamo.

Quando l'autunno, e a seguire l'inverno, procedeva a grandi passi, io ricamavo in verde, rischiarata da una certa luce soave, e nessun gelo mi turbava. 

Poi un giorno avevo notato le chiome dorate rade, ma tenaci, delle querce cugine del lago di Garda. Era già inverno inoltrato e gironzolavo su un'alta via a strapiombo sul lago. 

Pare che le querce tengano strette a sé le proprie foglie secche, fino a che non è ora di fare spazio a quelle nuove.

Avevo cercato di fare qualche foto, ma il vento probabilmente credeva di avere qualche diritto sul copyright e nella calma piatta, ogni volta che sollevavo lo schermo e scivolavo il dito sullo scatto, scatenava la tempesta sulle foglie, ma la mia messa a fuoco, su un centinaio di tentativi, ha avuto la meglio...


Qualcosa mi aveva fino ad allora spinto a ricamare in verde, ma era giunta l'ora di sfoderare la veste calda dei tempi freddi.

Poi mi sono lasciata prendere un po' la mano...

Googlando immagini di querce autunnali, mi era balzata sullo schermo quella rossa, americana, audace e sfrontata, bellissima. Ho fatto finta di non notare che le foglie sono molto diverse da quelle della roverella che ho disegnato io e le ho rubato il colore.


Quel giorno sul lago mi sono fatta trascinare a Limone. 
Altro mi distraeva, ma non mi sono sfuggite le panchine, che mi invitavano a fermarmi un attimo, per assaporare la perfezione di un cerchio che si chiude.







mercoledì 8 marzo 2023

Ghiande in pentola

I giorni corrono, ma corrono bene.

Le ghiande bollono in pentola e i vapori del bollore ipnotizzano la mia mente, congelando giorni e settimane. Anche le stagioni passano. Quando la nebbia si dirada, ricordo che ho un blog e che ci sono occhi curiosi dietro lo schermo. 

Allora sorrido e mi accorgo che quegli stessi occhi mi mancano.

Li ho persi alla recente fiera di Bergamo, ma ho una piccola impresa da portare a termine, prima di tornare alla civiltà: cercare un luogo propizio nelle vaste praterie dell'etere, piantare un boschetto di querce e costruirvi una specie di piccola casa. E' un'idea che da tempo mi ruota in testa, come un vaso d'argilla sul tornio. Cerca di prendere una forma, ma puntualmente si liquefà. 

Forse ho scoperto come fare.

mercoledì 15 febbraio 2023

Silenzio fecondo...


Quando rimango in silenzio per un po', l'ipotesi più probabile è che i miei figli stiano mettendo in scena le loro peggiori performance, che la mia pazienza stia per esalare l'ultimo respiro e che, in sostanza, io sia in preda ad una banale crisi di nervi.

Questa volta, invece, la colpa è delle ghiande.

Dalla M in poi, ho cominciato a scribacchiare. E una certa idea, di cui non posso ancora anticipare alcunché per becera scaramanzia, forse troverà infine modo di assumere una forma.

Intanto ricamo quel che è uscito dai miei scarabocchi e, soprattutto, da una decina di campioni bruttini e bruttissimi, insultati, archiviati, selezionati e dati alle fiamme.

Ghiande nella loro forma originale, con un certo colore naturale, estivo e rigoglioso. Credevo che avrei ricamato rami di leccio, ma alla la roverella ha avuto la meglio. Ma ci sarà tempo per spiegare.

Oggi avevo solo voglia di far sapere che le mie giornate sono corse feconde e che forse inizia una nuova avventura. E che... Che bello! Per ricamare ancora insieme!

Ok. Dirò tutta la verità. 

Mia madre mi controlla. Mi ha minacciato che o faccio un post o conterà fino a tre. 

Uno, due...

Ciao madre, eh!